Recensione: “UNA SEGRETARIA PER MILORD” di Federica Soprani e Vittoria Corella.

by Giorgia Golfetto on 23:08 in eLitFederica SopraniGennaio 2016RecensioniRomanzo RosaVittoria Corella

a cura di Lucia G

Salve cari lettori.

Come potete immaginare, il Goblin non legge romance, o se li legge è solo per massacrarli ferocemente. Sentimenti? Sbrodolature romantiche? Palpiti femminili, frasi smancerose, promesse di amore eterno e scene di sesso descritte con termini che, come minimo, mi fanno venire le convulsioni per le risate? No, grazie. I miei compagni di grotta mi prenderebbero per i fondelli per i prossimi dieci secoli, non scherziamo.

Potete immaginare il mio conflitto interiore quando ho letto il nome di due autrici che stimo accanto a un titolo che sapeva di storia d’amore lontano un miglio. Le due donzelle mi avevano abituato a efferati delitti, a una Londra che assomiglia di più a un girone infernale che a una vera città, in cui dannati di ogni tipo trascinano avanti la loro triste o delirante esistenza. Come potevano simili menti partorire una storia d’amore, ma di quelle vere? È stato dunque con estrema diffidenza che mi sono avvicinato a questo libro. Il mio Kindle non emanava nessun odore strano, mentre aprivo il file. Niente effluvi di violette o di gelsomino, ad esempio. Che cosa rischiavo? Al limite il dispiacere sarebbe stato il loro, se la delusione fosse stata forte. Nessuno infastidisce il Goblin senza scontarla, dopo.

Invece è successa una cosa strana. C’erano, sì, un lui e una lei, e l’idea era probabilmente quella di farli finire assieme dopo un certo numero di peripezie. Ma lui non era il solito giovanotto arrogante dal passato difficile e lei non era la solita oca che nessuno si fila, oppure la donna spregiudicata, quasi virile come un uomo, che smonterebbe persino Conan il barbaro. Il Conte di Reavley arrogante lo è parecchio, intendiamoci, di quell’arroganza che gli viene dalla propria posizione sociale e dall’educazione che ha ricevuto. Non lo fa apposta. È cresciuto in un’epoca in cui era normale che gli uomini si sentissero superiori alle donne e non gli è mai passato per la mente di mettere in discussione quello che considera l’ordine naturale delle cose. Poi incontra Emy, che per le persone come lui è un vero e proprio incubo vivente, e va letteralmente nel pallone. La stessa cosa succede ad Emy, ma con ruoli rovesciati. Lei, che è cresciuta a pane e diritti delle donne e che considera quelli come Reavly la personificazione terrena del demonio, si ritrova innamorata proprio di uno di loro, uno dei peggiori!

L’abilità delle autrici sta proprio nell’aver preso in mano una situazione del genere, che avrebbe potuto virare sul tormentato e strappalacrime in qualsiasi momento, e averla trasformata in un carosello di avvenimenti scoppiettante e con una freschezza incredibile, ma non per questo meno profondo. In più, mentre la vicenda si dipana, incontriamo personaggi secondari ma memorabili come Amory, il miglior amico di Lord Reavly, che mi ha fatto ridere fino alle lacrime in più di un’occasione, o Bella, che da rivale di Emy si trasforma in amica ecomplice, conquistata suo malgrado dall’integrità e dalla passionalità della ragazza di più umili origini. Non è stato facile nascondere ai miei compagni di grotta il motivo per cui stessi ridendo tanto. Ho detto loro che stavo leggendo una biografia di Jack lo Squartatore, ma non so se ci hanno creduto, soprattutto per la lacrimuccia che mi è scesa lungo la guancia per il finale del libro. Qui ho di nuovo apprezzato la genialità delle autrici che, con un semplice stratagemma, lo hanno reso NON scontato e NON banale. Cosa si può chiedere di più a un concentrato di sentimenti positivi?

Potrei citarvi vari momenti che ho particolarmente amato, durante la lettura, e che mostrano inequivocabili l’evoluzione perfetta dei personaggi e il loro essere davvero vivi, ma non voglio rovinarvi la sorpresa, per cui vi consiglio solo di leggerlo e di godervelo come ho fatto io. Adesso però devo cancellare il file dal Kindle, o la mia reputazione tra i goblin sarà compromessa per sempre.

Alla prossima, caro lettore.